Luglio 2012 - Crisi economica: l'Italia sull'orlo di un baratro apparentemente senza fondo

NESSUNO SEMBRA RIUSCIRE A DARE L'INFORMAZIONE NELLA SUA GRAVITA'. DIAMO QUI VOCE AD UN "LUPO SOLITARIO" CHE UN ANNO FA, IN UN SUO LIBRO PER EDITORI RIUNITI, AVEVA ESATTAMENTE PREVISTO TUTTO QUESTO. DO

La politica del signor Mercato

by Domenico De Simone on 13 luglio 2012

Puntuale come un cronometro svizzero, è arrivato stamattina il giudizio del signor Mercato sulle manovre economiche del nostro governo e sullo stato dell’economia del nostro paese. Il giudizio, espresso tramite la voce dell’agenzia di rating Moody’s è impietoso: downgrade di due gradini da A3 a BAA2 e pure outlook negativo, che significa che non ci sono prospettive di ripresa. Il giudizio è giustificato dalle incertezze sul quadro politico in previsione delle elezioni del 2013. Dire che questa è un’ingerenza negli affari politici di un paese è un eufemismo: il signor Mercato ha fatto un suo partito ed è sceso pesantemente per condizionare le elezioni, niente di più o di meno da quello che è successo in Grecia. Insomma, un diktat vero e proprio, alla faccia della democrazia parlamentare e dei suoi inutili balletti. Quando si tratta di cose serie il potere reale fa sentire la sua voce.

Ovviamente i difensori dell’ordine democratico e i tutori delle libertà repubblicane non dicono niente sul’argomento. Contestano semmai il giudizio sul piano puramente economico e finanziario, il che è anche peggio, perché significa legittimare l’ingerenza del signor Mercato nei nostri affari politici e farlo sembrare una cosa naturale. Il signor Passera, che fa il banchiere e quindi ragiona con la stessa testa del signor Mercato, dice che sono state fatte le cose giuste e il signor Mercato, che è un po’ duro di comprendonio, alla fine lo capirà e ci darà in premio un lecca-lecca.

Da parte dei partiti il silenzio è tombale, almeno fino a questo momento. D’altra parte che devono dire, poverini. Ormai anche lì dentro si ragiona secondo i criteri della Standard & Poor e non seguendo Keynes e tanto meno Karl Marx. Il vecchio PC di fronte ad una cosa di questo genere sarebbe già sceso in piazza e in parlamento avrebbe proposto una legge per chiudere le agenzie di rating. Qualche anima più sbrigativa sarebbe magari passata per le vie brevi ad una chiusura degli uffici del signor Mercato. I socialisti avrebbero seguito e come al solito tentato di cavalcare la tigre facendo sfoggio di massimalismo, ma anche nella vecchia DC alcuni animi si sarebbero scaldati e si sarebbero levate voci autorevoli a difesa della democrazia. Ma ormai questa parola non va più di moda, anzi se ne è completamente perduto il significato. Anche io non lo ricordo più, forse per il fatto che sono diventato vecchietto e la memoria fa difetto. E se non mi ricordo io, figuriamoci come possono ricordarlo generazioni abbrutite dall’uso della televisione e dal dominio della menzogna istituzionalizzata. Viviamo tempi duri, ma uno schifo così è veramente intollerabile.

 

O la borsa o la vita!

by Domenico De Simone on 12 giugno 2012

La Federal Reserve nel suo report triennale sullo stato dell’economia americana, rileva che le famiglie americane sono tornate al patrimonio che avevano nel 1992. Negli ultimi tre anni hanno perso il 39% del patrimonio, soprattutto per la caduta delle borse e dei valori immobiliari. Ovviamente la crisi ha colpito le fasce più deboli poiché i ricchi hanno invece visto aumentare il loro patrimonio,  al punto che la differenza dei patrimoni è arrivata a 192 volte da 138 che era nel 2007, e anche il reddito che se è sceso in media del 7,7%, è invece aumentato per le fasce più ricche dell’1,8%.

Sono gli effetti inevitabili di quella illusione folle che prese l’umanità ad inizio secolo, quando si pensava che affidando alla borsa risparmi e pensioni ci si sarebbe arricchiti tutti. Allora scrissi un articolo che riporto qui sotto. L’ho pubblicato a maggio 2000 ma sembra scritto ieri, anzi stamattina, visto come sta andando l’economia e la borsa. La cosa assurda è che i signori che ci hanno spinto in questo casinò sono gli stessi che ancora comandano l’economia e la finanza. E staranno lì finché non saranno presi a calci nel sedere e buttati al macero. Come i vecchi libri che non legge più nessuno. Ma almeno la carta dei libri si può riciclare, questi proprio no.

Affidarsi ai mercati

by Domenico De Simone on 11 giugno 2012

Da qualche tempo sentiamo ripetere che dobbiamo sottostare al giudizio dei “mercati”, non solo le imprese private, ma anche e soprattutto gli Stati e la UE. I mercati sono in grado di regolare le economie meglio di qualunque altro sistema perché il loro è un giudizio razionale fondato sui numeri e sulla concretezza economica. Mica sulla speculazione, noooo, chi sostiene questo mente e produce gravi danni.

Ed ecco a voi un preclaro esempio di cosa consista il comportamento razionale dei mercati. Ai quali il mediatico fa da cassa di risonanza assolutamente acritica, non fosse mai che poi le azioni del giornale fossero punite dal mercato per eccesso di critica!

Stamattina le borse reagiscono con entusiasmo al piano della UE di salvataggio della Spagna! Madrid +5% Milano pure e il resto d’Europa di gran carriera verso l’alto, mentre lo spread scende di colpo. Ecco che la fiducia dei mercati è tornata in pieno grazie alle brillanti manovre dei governanti europei, le sollecitazioni di Obama, e la decisione dei vertici bancari dell’Europa. La Spagna ha chiesto gli aiuti e l?Europa ha detto sì! Comincia una nuova fase, eccetera eccetera…

Nel breve spazio di qualche ora dall’entusiasmo si passa alla tragedia. I mercati non ci credono più (?!?!?) le borse precipitano e lo spread si impenna fino a oltre 470 punti. Il tutto raccontato con enfasi e drammaticità come se fosse normale… in realtà ai mercati non importava un accidenti della UE, delle borse, della Spagna, dell’Italia e nemmeno di Obama. Un gruppetto di speculatori ha tirato al rialzo e poi ha mollato di colpo, probabilmente posizionandosi short sui principali listini per guadagnare un sacco di soldi. E mentre qui il PIL precipita e la gente sta sempre peggio, un pugno di strozzini si arricchisce alle nostre spalle. E sulla stampa, il silenzio, come se fosse normale, ovvia, elementare e naturale questa assurda altalena. Critiche, analisi, impressioni, suggerimenti? Ma va, ma di che stiamo parlando? Lo hanno detto i mercati e quello che fanno i mercati è legge, sacrosanto, inevitabile, razionale e perfetto. Quasi santo, anzi forse è proprio santo, molto più santo della chiesa e del Papa. Dopo quello che è successo, poi, figuriamoci.

Non è ora di prenderli a schiaffoni in bocca questi banditi? Tutti, dai mercati ai media, dai giornali alle tv, dagli speculatori ai banchieri, passando infine per questi imbelli ed imbecilli, nel senso letterale di deboli di mente, dei governanti, italiani, spagnoli, tedeschi e europei? E basta!!

 

Dic. 011 - Una riflessione sulla sicurezza per le grandi città d'arte italiane e per le località turistiche in genere

Di Polizia Turistica parla il D. .L. della Presidenza del Consiglio dei Ministri, datato 13 dicembre 2010:

Ora, bisogna, materialmente, realizzarla

Una riflessione (propedeutica) di Andrea Fasano

LA POLIZIA TURISTICA. Un modello nuovo di fare prevenzione e controllo del territorio che l'Italia ha l'obbligo di sviluppare 

 

 

 

GENERALITA’ ED INTERPRETAZIONI DEL CONCETTO

 

Il concetto stesso di Polizia Turistica è innovativo per quanto ormai necessario, anzi indispensabile.

 

Esso, sino ad ora, è stato interpretato, e quindi applicato, in senso riduttivo e restrittivo rispetto alle reali esigenze attuali soprattutto in luoghi di particolare interesse storico che di per se stessi rivestono la qualifica di “obiettivi sensibili”, sia per motivi artistici che economici che, soprattutto, politici, sociali e religiosi. La polizia turistica” non puo’ avere solo il compito di occuparsi del traffico ma soprattutto quello di migliorare l’accoglienza dei turisti, dando un supporto alle forze dell’ordine “tradizionali”.

 

E’ da considerare una branca del servizio con caratteristiche particolari, che è necessario sia costituita da operatori qualificati ed altamente motivati da adibire a presidio delle zone e dei beni culturali di particolare interesse turistico e che possa ben rapportarsi all’utenza straniera.

 

RICONOSCIBILITA’ COMPITI, DOTAZIONI ED ABBIGLIAMENTO

 

Gli agenti dovrebbero poter essere riconoscibili dai turisti e dovrebbero avere un ufficio fissi e mobili nelle zone di particolare interesse da vigilare e tutelare. Il concetto di presidio è fondamentale e fondamentalmente insito nel concetto stesso di Polizia Turisticae e non può prescindere dalla disponibilità di tutti i mezzi necessari per svolgere i compiti previsti

 

Ogni agente deve essere in grado di esprimersi in inglese. Almeno un agente con perfetta/buona conoscenza di almeno due lingue dovrebbe essere sempre presente in ogni presidio.

 

La polizia turistica deve poter inoltre fare accertamenti in locali, alberghi, esercizi commerciali,  agenzie di viaggi, negozi per turisti, sull’attività delle guide turistiche, sui camerieri, tassisti e gli autisti di autobus;  esercitando il  controllo amministrativo delle attività connesse al turismo.

 

Alla polizia turistica devono potersi rivolge quanti pensano di essere stati imbrogliati, hanno subito un furto, hanno smarrito il passaporto, ecc.  e hanno bisogno di sporgere denuncia.

 

La Polizia Turistica deve avere una propria connotazione sia che essa operi nell’ambito di un corpo di polizia locale, sia che essa figuri come servizio di una forza dell’ordine statale.

 

Divisa chiara, preferibilmente bianca, armamento limitato alla difesa personale a breve raggio e non necessariamente portato “a vista” sull’uniforme. Armi di limitato ingombro, quindi, suscettibili di facile porto occultato e, in abbinamento, mezzi di diefsa non letali, spray anti aggressione ed eventualmente storditori elettrici. I mezzi ideali per il pattugliamento in aree turistiche, le aree di presidio,sono auto elettriche a zero impatto ambientale, palmare o tablet in dotazione ad ogni pattuglia, oltre alle normali radio di servizio

 

 

QUALIFICAZIONE DI BASE DELL’OPERATORE E RIFERIMENTI NORMATIVI

 

Grande capacità comunicativa, presenza costante, tecnologicamente avanzati, pochissima esibizione di forza e sorriso rassicurante, questa l’immagine che deve avere, per tutti, l’agente di polizia turistica, che deve vigilare allo stesso tempo sui turisti che arrivano affinchè tra essi non si celino malavitosi o delinquenti, ma anche per tutelare i turisti “veri” dai “pericoli locali”, e quindi vigilare su prezzi, abusi e affitti in nero.

 

Angeli custodi di chi è in vacanza e, allo stesso tempo di chi vive e lavora attraverso l’industria delle vacanze.


A parlare di Polizia Turistica è il decreto legge della presidenza del Consiglio dei Ministri, datato 13 dicembre 2010: “per migliorare l'offerta e garantire assistenza sempre adeguata, può essere utile istituire nuclei di polizia turistica”.

 

 

CONTROLLO DEL TERRITORIO ED UTILITA’ SOCIALE DELLA POLIZIA TURISTICA

 

Un aspetto fondamentale dell’attività di Polizia Turistica che contribuisce in maniera determinante al controllo del territorio è il controllo della qualità dei servizi e dei prodotti per il turismo, ovvero: pur garantendo la tutela di una libera concorrenza, i poliziotti potranno controllare la rispondenza dei prezzi alla media del mercato chiedendo, se del caso, le reali motivazioni di eventuali sovrapprezzi. Oppure potranno chiedere a chi affitta seconde case di mostrare i contratti firmati, o al ristoratore che segna il conto a molti zeri su foglietti di carta semplice, di tirare fuori i registri contabili. Ancora, all’eventuale gestore del parcheggio antistante una spiaggia, potranno domandare come mai la tariffa applicata supera il massimo previsto dalla legge e via dicendo.

 

Quanto sopra per sintetizzare un aspetto etico fondamentale dell’attività di Polizia Turistica. Essa è rivolta tanto alla tutela dell’ospite quanto dell’operatore turistico ospitante e del patrimonio naturale e non che forma oggetto dell’interesse turistico, senza distinzioni.

 

IL CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA NELLA GESTIONE DEL TERRITORIO IN PRESENZA DI UN SERVIZIO STRUTTURATO DI POLIZIA TURISTICA

In molte località turistiche, l’impatto dei visitatori, nel periodo estivo, porta a dei veri sconvolgimenti. Luoghi che, nel giro di una settimana, e magari per oltre quattro mesi l’anno, passano, per esempio, da 20/30mila a 100/150mila abitanti. Situazioni del genere, saturano le capacità delle Polizie Locali di effettuare sempre e comunque, un efficace e costante controllo del territorio

Il concetto stesso di specificità della polizia turistica, gioca, in questo caso, un ruolo molto importante anche per gli operatori turistici.

La presenza di un corpo di polizia dedicato, cambia, in effetti, l’approccio stesso degli operatori turistici all’intero problema dell’accoglienza. Il valore aggiunto del concetto di polizia turistica sta nella dimensione di diverso e più continuo rapporto degli operatori turistici realmente seri e validi presenti in un dato territorio con molte problematiche legate all’accoglienza, al soggiorno ed al controllo dei turisti.

IL RIFERIMENTO DEL PRESIDIO DI POLIZIA TURISTICA

Un riferimento di “presidio” per zone, aree d’interesse, categorie di strutture (un nucleo per i monumenti, uno per gli alberghi, uno per i trasporti, etc.), costituiscono elementi di contrasto pronto ed efficace ad ogni degenerazione possibile. Il collegamento, poi, nell’ambito di un nucleo di prevenzione, con i tour operators di qualsiasi livello, può consentire il controllo “a monte” di chi arriva con settimane o addirittura mesi di anticipo.

L’accoglienza turistica diviene, così più professionale, a tutti i livelli, e sicura. Gli agenti della Polizia turistica, evidentemente, non sono hostess o steward, ma degli agenti, formati professionalmente del comando di Polizia Locale o nell’ambito delle Forze dell’Ordine dello Stato. Questo li pone in una dimensione di punto di riferimento per tutti che essi debbono essere costantemente in grado di assolvere. 

Il contrasto all’abusivismo commerciale e l’assistenza ai turisti in difficoltà sono le fattispecie statisticamente più ricorrenti nelle richieste d’intervento ma una dimensione sempre maggiore stanno assumendo, da qualche anno a questa parte, i disordini notturni ad opera di gruppi di giovani in abuso di alcool, gli incidenti stradali causati da turisti con autoveicoli non in regola, ed altre fattispecie riconducibili alla libera circolazione nel territorio dell’Unione Europea ed alle problematiche di controllo dell’iimmigrazione clandestina che rendono le località turistiche sempre meno sicure nei periodi di sovraffollamento.

PATTUGLIAMENTO, ATTIVITA’ DI PREVENZIONE IN LUOGHI DI PARTICOLARE INTERESSE STORICO COMPITI DI PRONTO INTERVENTO A FINI DI REPRESSIONE DELLA PICCOLA CRIMINALITA’

La Polizia Turistica dovrebbe poter effettuare anche pattugliamenti e ricognizioni in aree sensibili con l’aiuto di reparti a cavallo ed unità cinofili ed inoltre svolgere un coordinamento, in qualsiasi territorio siano presenti, con le strutture superiori scolastiche ad indirizzo turistico-alberghiero.

Nell’ambito della Polizia turistica, un particolare aspetto riveste il coordinamento con gli organi preposti alla sorveglianza ed all’integrità dei monumenti storici che sono oggetto di turismo di massa. In questo caso devono potersi prevenire atti criminosi quali furti, danneggiamenti, vandalismi, etc.

 

Per questo, gli operatori di Polizia Turistica debbono poter essere legittimati ad intervenire sulle persone onde poter prevenire qualsiasi tipo di reato dei tipi sopracitati oltre a scippi, borseggiamenti etc.

 

A tal fine non si giustificano le proposte di utilizzare personale reclutato occasionalmente – magari per pochi mesi l’anno - senza le apposite qualifiche di polizia. Piuttosto si può affidare il servizio ad agenzie private qualificate sotto la supervisione di funzionari di polizia (compiti di polizia turistica ausiliaria).

 

Le fattispecie d’intervento, nelle varie situazioni possono portare anche a dover prevedere un moderato impiego della forza, sicuramente poter operare arresti in flagranza di reato e perquisizioni personali in molti più casi di quanti sia immaginabile. Nessun operatore che non sia qualificato ed abilitato per attività di polizia può quindi essere credibilmente impegnato in attività di questo genere se si vuole avere una piena operatività del servizio.