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SALOME DI RICHARD STRAUSS CONCLUDE LA STAGIONE 2013 - 2014 AL TEATRO DI SAN CARLO

SI CHIUDE CON SALOME DI RICHARD STRAUSS, IN SCENA DAL PROSSIMO 15 NOVEMBRE, LA STAGIONE LIRICA 2013-14 DEL TEATRO DI SAN CARLO, SUL PODIO GABRIELE FERRO, REGIA DI MANFRED SCHWEIGKOFLER


Sarà Salome di Richard Strauss a segnare la chiusura della stagione operistica 13-14 del Teatro di San Carlo, un nuovo allestimento in scena al Lirico di Napoli dal 15 al 26 Novembre per la direzione d'orchestra di un grande specialista di questo repertorio, Gabriele Ferro, e la regia del poliedrico Manfred Schweigkofler.


Torna, quindi, sul palcoscenico sancarliano dopo 17 anni di assenza, il dramma musicale in un atto di Richard Strauss (tratto dal poema omonimo di Oscar Wilde), che nella prima rappresentazione a Dresda nel 1905 suscitò tanto scandalo per il soggetto sadico e perverso e per il violento erotismo che caratterizza la protagonista e di cui la musica è pregna. Nondimeno, questa fu una delle opere del compositore tedesco di più grande e travolgente successo ed in Italia fu rappresenta per la prima volta praticamente in contemporanea con due diversi allestimenti alla Scala (diretta da Toscanini) ed al Regio di Torino, nel Dicembre 1906.


La storia di Salome al Teatro di san Carlo si snoda attraverso 7 allestimenti nell'arco di quasi 90 anni, dal 1908 (quando vi venne rappresentata sotto la direzione dello stesso Autore) al Gennaio 1997 per la direzione di Gustav Kuhn con regia, scene e costumi di Enrico Job.


Di particolare interesse storico, le scene dell'artista Enrico Prampolini per l'allestimento del 1948 ripreso nel 1952. Le successive edizioni (1962 e 1970) portano la firma per le scene di Cesare Maria Cristini allora Direttore degli Allestimenti del Lirico. Nel ruolo della protagonista si sono alternate, nel nostro Teatro, alcune delle più straordinarie interpreti che mai abbiano cantato questo dificilissimo ruolo tra cui Gemma Bellincioni, Ljuba Welitsch ed Inge Borkh (sotto la direzione di Scherchen nel 1952)


A proposito di questo nuovo allestimento del Teatro di San Carlo, il regista Manfred Schweigkofler, così si esprime: Credo che Salome sia un'opera assolutamente contemporanea e per questo ho scelto un'ambientazione nel caldo Sud, in una macchia di terra che definirei “non del tutto irrilevante” dal punto di vista politico e della nostra storia recente. In questo “paese”, un potente, ricco, isterico e lussurioso sovrano organizza l'ennesimo festino nella piscina della propria imponente villa e, avendo perso completamente la testa per la bellissima Salome, figlia della sua compagna è disposto – per averla – addirittura a cedere metà del proprio potere politico e delle proprie ricchezze o anche ad accondiscendere a qualsiasi sua richiesta per quanto folle. Anche la ragazza, dal canto suo, dimostrerà di aver superato ogni limite: desidera tutto e pretende l’impossibile, si autoproclama sovrana, danza sul fuoco sacro e viola ogni sorta di tabù. La storia di Salome mi ricorda davvero una nota (e torbida) vicenda dei giorni nostri.......”.


Anche quest’anno, in occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle donne”, la Fondazione Teatro di San Carlo si impegna a promuovere una riflessione sul femminicidio e sui reati commessi sulle donne, uno dei temi più delicati che riempiono tragicamente le pagine quotidiane di cronaca contemporanea. Mercoledì 26 novembre, alle ore 19:00, il San Carlo dedicherà all’argomento l’ultima replica di Salome. La giovane protagonista dell’episodio biblico, oggetto metamorfico delle interpretazioni e delle rappresentazioni artistiche e culturali durante i secoli, si pone infatti in un discorso di riflessione a tutto tondo sulla figura femminile. Salomeè una donna contemporanea, rovinosamente stregata da pulsioni, vizi e passioni incontrollabili ed irrealizzabili che la portano alla distruzione: un modello determinante nell’affermazione di una contemporaneità conseguenza di quella che possiamo definire una vera e propria rivoluzione nella visione del genere femminile. La Fondazione Teatro di San Carlo invita il proprio pubblico ad una riflessione congiunta sull’argomento: l’ultima replica dell'Opera di Strauss verrà infatti preceduta, nella serata di mercoledì 26 Novembre, dalla lettura di un estratto dalla Salomedi Oscar Wilde.


Le date di Salome al San Carlo:

Sabato 15 Novembre 2014, ore 20.30

Martedì 18 Novembre 2014, ore 18.00
Venerdì 21 Novembre 2014, ore 20.30
Domenica 23 Novembre 2014, ore 17.00
Mercoledì 26 Novembre 2014, ore 19.00


Gli interpreti:

Direttore: Gabriele Ferro

Regia: Manfred Schweigkofler

Scene: Nicola Rubertelli

Assistente alla regia: Franz Braun

Costumi: Kathrin Dorigo

Coreografia: Valentina Versino

Luci: Claudio Schmid

Maitre de Ballet e assistente alla coreografia: Lienz Chang



Erode: Kim Begley

Salome:Annemarie Kremer

Erodiade:Natascha Petrinsky

Jokanaan: Marqus Marquardt

Narraboth:Kim Wookyung

Paggio:Jurgita Adamonyte

Primo Nazareno:Roberto Holzer

Secondo Nazareno: Nicolò Ceriani

Giudei:Karl Ebner, Enzo Peroni, Cristiano Olivieri, Rouwen Huther, Karl Hulm

Soldati:Christian Hubner, Francesco Musinu

Un uomo della Cappadocia:Javid Samadov

Orchestra del Teatro di San Carlo

Corpo Di Ballo del Teatro di San Carlo

 

Nuovo Allestimento del Teatro di San Carlo

A FLAVIO EMILIO SCOGNA IL "PREMIO VITTORIO DE SICA 2013" PER LA MUSICA

Flavio Emilio Scogna
Flavio Emilio Scogna

FLAVIO EMILIO SCOGNA, compositore e direttore d'orchestra tra i più' stimati ed affermati della sua generazione, e' stato insignito del prestigioso "Premio Vittorio De Sica" 2013 per la musica con una cerimonia tenutasi in Campidoglio, il 29 novembre scorso, che ha visto conferire l'ambito riconoscimento anche ad altre personalità di spicco tra cui Francesco De Gregori (per la musica popolare contemporanea), Paolo Fresu (musica per film e jazz), Achille Bonito Oliva (per la critica d'arte), Masolino D'Amico (critica drammatica), Daniele Cipri' (regia e direzione della fotografia), Eugenio Scalfari, etc.

Precedenti assegnazioni del "Premio De Sica" per la musica avevano visto tale conferimento anche ad altre personalità di primissimo piano dello star-system internazionale tra cui Riccardo Muti (2012) Claudio Abbado (2011), Antonio Pappano (2010), Luis Bacalov (2008), Uto Ughi (2006), Riccardo Chailly (2001), Luciano Berio (2000), etc.

Il Premio, conferito dall'Accademia del Cinema Italiano e dall'Associazione Culturale Pangea (Presidente: Gian Luigi Rondi), sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il sostegno del Ministero per i Beni e le attività culturali, della Regione Lazio, di Roma Capitale e del gruppo BNL/BNP Paribas, rappresenta uno dei riconoscimenti più significativi ai percorsi di vita e lavoro di artisti ed operatori culturali e dell'informazione, proprio un virtù del prendere in esame l'agire complessivo di ogni personalità nel proprio specifico campo premiando quindi, ad un tempo, creatività, capacità di espressione e realizzazione ma anche l'eclettismo e l'impegno umano e sociale.

Del resto, i percorsi artistici di Flavio Emilio Scogna testimoniano appieno di tutto quanto sopra ed anche di più. Non solo, quindi, di un compositore protagonista sin dagli anni '80 della Nuova Musica Italiana con esecuzioni in tutte le Capitali della cultura italiane ed anche in Austria, Germania, Francia, Spagna e Stati Uniti ma anche di un interprete attento e sensibile verso il ricchissimo patrimonio del repertorio strumentale italiano sempre (e da sempre) bisognoso di costante rivalutazione anche nei suoi titoli (talora apparentemente) più popolari.

È' così, quindi, che il compositore affermato, per esempio, ha affrontato discograficamente da grande interprete alcuni capolavori del repertorio sacro italiano tra cui gli Stabat Mater di Boccherini e Pergolesi nonché la Petite Messe Solennelle di Rossini con quel l'amore e quella cura filologica che possono nascere solo dal rispetto di un compositore verso le proprie radici, come anche l'ingiustamente negletto Novecento storico sino al grande Nino Rota.


Tra le più recenti affermazioni italiane di Flavio Emilio Scogna ricordiamo l'allestimento, nel 2002 della sua opera La Memoria Perduta a Roma (per la regia di Pier'Alli), il triennio alla direzione dell'Ensemble Contemporaneo dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia ed il recentissimo concerto al Teatro Verdi di Trieste (con musiche di Mendelssohn, Carrara e Schubert) per commemorare il cinquantesimo anniversario della tragedia del Vajont.

In un mondo della musica e della produzione culturale che sempre più e sempre più in profondità si interroga sui propri meccanismi e sulle proprie ragioni d'essere in questi tempi di grave crisi economica, Flavio Emilio Scogna guarda con fiducia al proprio personale e coerente percorso e, tra i molteplici impegni internazionali, ha siglato un accordo pluriennale con l'importante etichetta olandese Brilliant Classics e prosegue nella sua collaborazione con l'etichetta italiana Tactus per continuare nel "doppio binario" di testimonianza verso la grande musica italiana.



In queste settimane sono in uscita, infatti, due ulteriori incisioni da lui dirette: La Serva Padrona di Giovanni Battista Pergolesi e, su un versante completamente diverso, ma complementare dal punto di vista proprio della "testimonianza culturale", una raccolta monografica di musiche per il grande schermo composte da Manuel De Sica.



"La musica e' ricerca - afferma Flavio Emilio Scogna - quando finisce la ricerca il nostro lavoro perde gran parte del suo significato e cede il passo alle operazioni di mercato. Per me non avrebbe senso, ad esempio, registrare musiche già inflazionate nei cataloghi discografici, non è questa la missione del musicista che è prima di tutto un operatore culturale ed un ricercatore anche se questo lavoro deve essere condotto con onesta' intellettuale e senza estremismi inutili quanto pretestuosi. Bisogna - prosegue Scogna - che l'interprete sappia scrollarsi di dosso le etichette di 'specializzazione' che il mercato della musica troppo spesso associa a questo o a quell'esecutore spesso impropriamente ed allo stesso tempo gli interpreti, e questo io l'ho sperimentato proprio registrando, ad esempio opere del barocco italiano, non restino prigionieri di una filologia troppo rigida ed ingessata in modelli che per cultura e tradizione non ci appartengono. Noi interpreti - conclude Scogna - siamo un mezzo attraverso cui si realizzano le intenzioni del compositore che, depurate dalle tradizioni negative, dai limiti tecnologici ed umani, dagli eventuali errori e fraintendimenti accumulati nel tempo, debbono essere il nostro obiettivo primario, ovvero: il rispetto assoluto della volontà dell'autore, con umiltà e passione. La fedeltà' a quanto scritto in partitura, questo e' il mio modo di lavorare, lasciando da parte ogni narcisismo e protagonismo deleterio per la riuscita di una esecuzione rispettosa della verità nella musica".